“Nelle Sante immagini vi è la fede della Chiesa”

Dall’articolata riflessione pubblicata dal sacerdote ortodosso padre Steven Bigham sul blog della rivista “Orthodox arts journal” riguardo alle icone e al loro significato teologico ed ecumenico, anche per l’Occidente, pubblichiamo un interessante stralcio dedicato al rapporto tra iconografo, contenuti di fede dell’opera e giudizio della Chiesa.

“Le icone canoniche costituiscono un’arte teologica, nel senso che rappresentano, manifestano e rendono visibile la stessa visione teologica che proclamano le Scritture, gli scritti dei Padri, le decisioni dei concili ecc. La definizione della fede ortodossa, in parole e concetti, attraverso la storia, la fede che era condivisa dalle due grandi metà del cristianesimo prima dello scisma, quella greca e quella latina, andava di pari passo con uno sviluppo parallelo nel campo dell’arte, vale a dire nell’iconografia canonica. Come un’espressione scritta o verbale della fede può sbagliare, essere condannata, ed essere chiamata eretica, nello stesso modo le espressioni visive, qualunque sia il loro supporto materiale, possono anch’esse tradire la fede ed essere designate eretiche. Da questo punto di vista, non è l’artista che dipinge un’icona, ma è la Chiesa, usando il talento dell’artista, che esprime la sua fede. Sempre da questo punto di vista, gli autori dei testi dogmatici sono solo gli strumenti scelti che esprimono in parole la fede della Chiesa. L’iconografia canonica è quindi un’arte ecclesiale, che è stata completamente integrata nella liturgia stessa”.

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