La “Madonna del Don” che protegge gli alpini

Pochi lo sanno, ma è un’icona russa la venerata immagine protettrice degli alpini. Si tratta della Madre di Dio del Don, raffigurante Maria Madre del Figlio di Dio garante per i peccatori e ricercatrice dei perduti secondo l’invocazione dei fedeli russi ortodossi, recuperata fra le macerie di un’isba di Belegorije durante la sventurata campagna in Russia delle penne nere durante la Seconda guerra mondiale. Le versioni su come la Santa icona sia arrivata in Italia sono molteplici e anche divergenti. Quella più accreditata vuole che sia stata data in affidamento dal cappellano militare Narciso Crosara, cappuccino al seguito del Battaglione alpini Tirano, a un alpino in licenza affinché fosse portata nel nostro Paese. Secondo un’altra versione, nella seconda metà del dicembre 1942 i soldati del tenente Giuseppe Perego trovarono tra le macerie di una casa distrutta dai bombardamenti un’icona della Madre di Dio “Addolcimento dei cuori malvagi”, che consegnarono al loro cappellano militare – padre Policarpo di Valdagno. Secondo gli abitanti, l’icona veniva dal monastero della Resurrezione di Belogorskog vicino a Pavlovsk. Gli italiani la chiamarono “Madonna del Don”. Dal 1967 l’immagine si trova nella chiesa dei Cappuccini a Mestre dove ogni anno, a settembre, viene festeggiata dagli alpini e una sezione dell’Ana dona l’olio per la lampada perpetua. La cornice in argento che pesa 14 kg è stata realizzata dall’artista Agelindo Modesto. Il 13 ottobre 2002, con l’atto formale di affidamento, l’icona della Madre di Dio del Don (nella foto sopra) è divenuta ufficialmente protettrice degli alpini, che già comunque la veneravano come tale da oltre 60 anni. Tra i siti su cui trovare ulteriori informazioni, da segnalare www.alpinivenezia.it.

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