E’ una tipologia iconografica piuttosto rara, soprattutto fra le icone antiche: si tratta della Madre di Dio di Akhtyr, che la Chiesa ortodossa festeggia il 2 luglio, e le cui origini, secondo la tradizione, risalgono al 1739, quando l’immagine fece la sua comparsa prodigiosa proprio nel villaggio di Akhtyr, nella regione di Kharkov che si trova ad est di Kiev.
Narrano le cronache che l’immagine venne rinvenuta, “splendente di raggi luminosi”, da padre Basil Danilov, sacerdote della chiesa della Dormizione che sorgeva nel paese. Il prete stava tagliando l’erba, quando scorse, in mezzo al fieno già accumulato, l’icona. Subito si mise in ginocchio, poi la raccolse e la portò a casa, dove la conservò per tre anni. Una notte, però, la Madre di Dio apparve in sogno a padre Basil rimproverandolo per non avere mai pulito la tavola né essersi occupato di essa. Colto da timore, egli si alzò subito dal suo giaciglio e lavò l’icona con dell’acqua, quindi tornò a dormire. La Vergine, però, si manifestò ancora, raccomandandogli di non gettare via l’acqua che aveva utilizzato e spiegandogli che essa sarebbe servita a guarire le persone colpite da febbre. La prima a beneficiare del prodigio fu la stessa moglie di Basil, colpita da malaria, ma anche altri parrocchiani furono guariti. Il sacerdote decise allora di trasferire la tavola nella chiesa e di farla restaurare: l’iconografo incaricato, ricordando i miracoli, scelse a sua volta di conservare l’acqua e di offrirla ad altri conoscenti, che ne trassero immediato giovamento. Nel 1751 una speciale commissione incaricata dalla Chiesa ortodossa stabilì che i fatti miracolosi raccontati dagli abitanti di Akhtyr erano veri e dichiararono l’icona “capace di prodigi”. La zarina Elisabetta sostenne l’edificazione di una nuova chiesa, che fu consacrata nel 1768. Successivamente, lo stesso zar Nicola I si fece promotore di solenni riti dedicati all’icona che, tuttavia, fu rubata dalla Cattedrale della Protezione l’1 aprile del 1905 e mai più ritrovata. Oggi ne rimangono solo le copie. La festa del 2 luglio ricorda le guarigioni avvenute dopo che la Madre di Dio ebbe ordinato a padre Danil di lavare l’icona e conservarne l’acqua.
L’immagine della Madre di Dio di Akhtyr è sicuramente anomala nella tradizione iconografica dell’Oriente cristiano: anche la postura delle mani, che ricordano quella dell’analoga effigie della Madre di Dio “del panno”, costituisce una specifica singolarità di questa peculiare icona.