Giubileo, piazza Navona: ecco le icone dei Papi

Le più belle icone bizantine che fanno parte della collezione privata dei Pontefici vengono esposte in una eccezionale mostra per il Giubileo. Dal 16 dicembre fino al 16 febbraio 2025 è in programma, nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, a piazza Navona, l’esposizione sulle opere d’arte d’Oriente dal titolo “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani”, curata congiuntamente da Anna Pizzamano e Pietro Beresh del Reparto per l’Arte bizantino-medievale dei Musei Vaticani.

«Sono diciotto le opere selezionate e scelte in tutta l’area dell’Europa orientale cristiana: Grecia, Bulgaria, Ucraina, Russia, Macedonia. Le abbiamo chiamate icone di speranza, in linea con il motto del Giubileo, proprio perché siano veicolo di pace e di fratellanza, come è dimostrato dalla commistione di stili. Metterle tutte insieme equivale a dire che siamo tutti portatori di uno stesso messaggio. Si tratta per la maggior parte di dipinti da poco restaurati grazie all’impegno dei maestri del Laboratorio Dipinti e Materiali lignei e del Laboratorio Metalli e Ceramiche, supportati dalle indagini condotte dal Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani» hanno spiegato monsignor Rino Fisichella, responsabile per l’organizzazione del Giubileo e dalla direttrice dei Musei, Barbara Jatta. 

Questa particolare tipologia di manufatto di arte sacra, dipinto come forma di preghiera e destinato alla devozione personale o al culto pubblico, è profondamente radicato nella storia della cristianità e nella tradizione bizantina. Le icone venivano, e ancora vengono, benedette, incensate, venerate; per questo il legame con la liturgia e con i fedeli è molto forte. Le opere esposte, raffigurano personaggi e scene della vita di Gesù, di Maria e dei Santi, sono realizzate in un arco cronologico piuttosto vasto (dal XV all’inizio del XX secolo) e sono espressione del legame profondo che unisce secoli, generazioni e territori. Diversi anche i materiali di realizzazione, dalla tempera su tavola alle tecniche ad olio o miste, per non parlare delle pregiate coperture metalliche (rize) arricchite con smalti e pietre preziose. Significativa inoltre la varietà tipologica dei manufatti in mostra: icone votive, destinate all’uso liturgico e alla preghiera personale, trittici da viaggio e Menologi.

«L’icona non è solo dipinto – sottolinea Fisichella –. Essa diventa un’autentica scrittura dove leggere la storia della salvezza. La storia insegna di tanti pellegrini che portavano con sé l’icona per non sentirsi soli nel cammino, ma inseriti nella compagnia dei santi. Ci auguriamo che quanti avranno la possibilità di visitare l’esposizione possano contemplare il mistero che emerge dall’icona per appropriarsi della santità che intende esprimere.»  La collezione permanente di icone del Vaticano, attualmente non accessibile, si è formata nei secoli grazie a lasciti, acquisizioni, doni, e costituisce un’importante raccolta di immagini sacre, espressione della teologia, religiosità e canoni estetici del Cristianesimo d’Oriente. I dipinti sono entrati nelle raccolte pontificie a partire dal 1762, in seno al Museo Sacro della Biblioteca Apostolica Vaticana, istituito da Papa Benedetto XIV. Il valore religioso di cui sono espressione, fin dalle prime fasi di realizzazione, le distingue dalle altre opere d’arte e le rende meritevoli di un’attenzione privilegiata. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19, con ingresso gratuito. 

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