La collezione degli Uffizi è la più antica d’Europa

in Te si rallegra ogni creatura, Mosca, fine XVI secolo, 31,2×26,2 cm, Uffizi, Firenze

La collezione di icone russe delle Gallerie degli Uffizi costituisce il più antico nucleo collezionistico di questo genere presente fuori dall’antica Rus’ (all’incirca Ucraina, Bielorussia e Russia occidentale). Ad eccezione di pochi esemplari appartenuti ai Medici e risalenti ai secoli XVI-XVII, le icone pervennero nella collezione dei granduchi di Toscana con la dinastia Asburgo Lorena entro il 1761. La raccolta è esposta al piano terreno di Palazzo Pitti nelle sale che facevano parte dell’appartamento d’estate decorato per il futuro granduca Cosimo III e la sua sposa Marguerite Louise d’Orleans in occasione delle nozze celebrate nel 1661. Fulcro dell’appartamento era il grande salone centrale che nel 1766 il granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena volle trasformare in Cappella Palatina. Ad eccezione di pochi esemplari, tuttavia, la collezione giunse a Firenze in epoca lorenese ed è costituita per la maggior parte da icone databili alla prima metà del XVIII secolo; i caratteri stilistici che le accomunano sono tali da far supporre che possano essere state acquistate per piccoli gruppi in qualche bottega provinciale della Russia centrale. S’ignorano gli eventi che hanno portato questa raccolta a Firenze. Una scritta presente sul retro dell’icona con le Storie di Cristo porta a ipotizzare un legame con la chiesa ortodossa della Santissima Trinità di Livorno, eretta alla fine del sesto decennio del XVIII secolo con il favore del granduca Francesco Stefano di Lorena. Nell’ambito della strategia propagandistica messa in atto da Caterina di Russia durante la guerra con i Turchi (1768-1774), nel corso della quale la flotta russa soggiornò a Livorno, la zarina fece ricorso più volte a doni votivi, tributandoli anche alle comunità ortodosse d’occidente, ed è possibile che la collezione delle icone oggi agli Uffizi si origini in un episodio legato a questo particolare momento storico.

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