Descrizione
La complessa scena simbolica dell’icona della Madre di Dio del Roveto Ardente ripete, a grandi linee, le immagini dell’iconografia classica. Il soggetto si basa sull’interpretazione dei Padri della Chiesa della visione del profeta “veterotestamentario” Mose sul monte Horeb di un arbusto ardente ma non bruciato come prototipo della Vergine, che senza macchia ha accolto dentro di se la natura ardente di Cristo. Nei canti ortodossi la Madre di Dio viene confrontata con il Roveto Ardente: “Come il Roveto acceso non bruciò, così tu, Vergine, hai partorito”. La complessa iconografia del soggetto si forma nel XVI sec. e si diffonde largamente nel XVII – XVIII sec. Al centro è raffigurata la Madre di Dio con Bambi!lo sul braccio sinistro, attorniata da cherubini e serafini dalle sei ali, sullo sfondo di due rombi incrociati, che formano una stella a otto punte. Nei raggi del primo rombo c’è il serafino (in alto) e gli arcangeli con i loro simboli, nei raggi del secondo rombo i simboli degli evangelisti: l’angelo, l’aquila, il leone alato e il vitello. Le forze celesti esaltano e servono la Madre di Dio, che ha generato Cristo Salvatore, e ne costituiscono la Gloria. Fra le estremità della stella sono raffigurati otto angeli in volo con i loro attributi di signori delle forze della natura. Agli angoli sono raffigurati i prototipi veterotestamentari della Madre di Dio: “Visione del Roveto Ardente da parte del profeta Mosè”, “Albero di lesse” inteso come immagine dell’albero genealogico di Cristo, “Visione delle porte chiuse da parte di Ezechiele” e “Visione della scala da parte di Giacobbe”.