Descrizione
Questa icona russa del XVIII secolo, di notevoli dimensioni (118,5 x 70,4 cm), proviene da una chiesa e doveva occupare una posizione importante all’ingresso del tempio. L’iscrizione la identifica come l’Angelo di Dio, una raffigurazione che trova riscontro nella tradizione ortodossa.
L’angelo è seduto a un tavolo, intento a scrivere su un cartiglio che reca la frase: “Se sei entrato nel tempio di Dio…”. La scena evoca la tradizione secondo cui l’arcangelo Gabriele aveva il compito di annotare i nomi dei fedeli che varcavano la soglia della chiesa, mentre Michele, spesso rappresentato alla destra, brandiva la spada per proteggerli.
L’angelo indossa una tunica verde con orli decorati da gemme e un mantello rosso, simbolo di autorità divina. Le ali spiegate accentuano la sua maestosità , mentre il piede sinistro poggia su uno sgabello color ciliegia, conferendo un senso di stabilità e importanza.
L’ambientazione dell’icona è curata nei minimi dettagli: il pavimento a piastrelle è reso con prospettiva inversa, una tecnica tipica della pittura russa per creare un effetto di profondità ribaltata. Il tavolo è coperto da due tovaglie, una blu e una bianca, mentre un calamaio e un pennino testimoniano il suo compito di scrivere.
Secondo il manuale iconografico di Dionisio da Furnà (XVIII secolo), l’arcangelo Gabriele doveva essere raffigurato all’ingresso delle chiese con un cartiglio in cui dichiarava la sua funzione di custode della porta del tempio. Questa tradizione era diffusa sia in Bisanzio che in Russia, come testimoniato dagli affreschi della chiesa della Santa Trinità del Monastero Ipatev a Kostroma (1652-1653).
L’icona è dunque un raro esempio di questa iconografia, raffigurando Gabriele come l’angelo scriba, fedele al ruolo di mediatore tra Dio e i fedeli.