Descrizione
L’immagine della Crocifissione (Raspjatie) è presente nell’iconografia russa fin dall’ XI secolo. Nell’arte bizantina proprio attorno a quest’epoca le raffigurazioni del Cristo coperto di una corta veste, vivo, con gli occhi aperti e dritto sulla croce lascia il posto al Crocifisso denudato e morto, con il capo reclinato e il corpo leggermente piegato. La rappresentazione russa assimila il modello bizantino che, evolvendosi, tende dunque ad esprimere con maggior partecipazione la sofferenza del Crocifisso, accentuando la flessione del corpo sulla croce. Nelle Crocifissioni occidentali il Cristo in croce sconvolge con la drammaticità tutta fisica delle ferite sanguinanti e delle membra tese e contratte dal dolore e dal peso stesso del corpo. Nelle icone russe il corpo di Cristo è quasi privo di peso, assolutamente composto; il volto è recrinato e la fronte, libera dalla corona di spine, non è imperlata dalle gocce di sangue e sudore, espressione di una sofferenza tutta umana. Il crocifisso posto fuori dalle mura di Gerusalemme è piantato sul Golgota in cui è visibile il cranio di Adamo che simboleggia tutta l’umanità, sulla quale ricade il sangue di Cristo, portatore di redenzione. La croce è a otto punte, detta anche “croce russa” , giunta in Russia da Bisanzio e caratterizzata dalle tre traverse e soprattutto dall’inclinazione della traversa inferiore, su cui poggiano i piedi di Cristo. Ai lati della croce gli strumenti della Passione di Cristo: la lancia, la spugna imbevuta. Ai lati di Cristo i due monogrammi indicano il Salvatore ”figlio di Dio”. Sopra la crocifissione due angeli accorrono per asciugare il sangue del morente. La loro presenza è di rigore accanto al crocifisso e simboleggia la partecipazione di tutto il creato al dolore per l’offesa recata al Salvatore. In alto, la figura del Cristo Grande Archiereo. Sopra la traversa troviamo i due cherubini.