Descrizione
DESCRIZIONE: L’icona, probabilmente inserita originariamente in un paio di porte regali, oppure dipinta su commissione di un privato che aveva il santo evangelista come patrono, riprende alla lettera le frequenti composizioni degli evangelisti su codici miniati. Gli autori dei testi sacri venivano infatti sempre raffigurati negli Evangeliari (letture evangeliche ordinate secondo il calendario liturgico, per la celebrazione della Liturgia), come depositari e tramiti della Sapienza divina, intenti all’opera e spesso affiancati da un angelo che dettava e ispirava i loro scritti.
In queste composizioni Giovanni viene sempre rappresentato sull’isola di Patmos, in compagnia del discepolo Procoro, cui detta il Vangelo. I due personaggi appaiono sullo sfondo della grotta in cui vivevano di preghiera e di contemplazione. Sul foglio che il giovinetto tiene fra le mani si leggono in lingua slava ecclesiastica le parole iniziali del Vangelo giovanneo: «In principio era il Verbo». Da osservare che Giovanni distoglie lo sguardo dal lavoro cui pure è intento, per concentrarsi sull’ascolto del misterioso messaggio che gli giunge dal segmento celeste in cui generalmente è raffigurata la mano divina e da cui si diparte il raggio tripartito con la colomba dello Spirito. Le mani dell’evangelista sono rispettivamente tese a raccogliere l’annuncio e a trasmetterlo a Procoro, che invece è chino sul tavolo di lavoro per fissare il verbo che ode dal maestro.
La memoria di san Giovanni evangelista viene celebrata dalla Chiesa d’Oriente l’8 maggio.