Descrizione
La tradizione del sacro lino su cui Cristo impresse il suo volto donando agli uomini la prima icona, non dipinta da mano d’uomo’, è comune all’Oriente e all’Occidente. In Occidente tuttavia questa tradizione è legata principalmente alla salita di Cristo al Calvario, durante la quale gli si fece incontro la Veronica, e sottolinea quasi unicamente il tema della Passione del Signore; l’Oriente vede invece nell’icona del Cristo non dipinta da mano umana la suprema esaltazione della sua divinoumanita, l’espressione artistica del nesso inscindibile fra la gloria del Cristo risorto e la sua umiliazione nella passione e morte. L’effigie miracolosa impressa da Cristo sul lino perché nessun pittore era in grado di ritrarla, e inviata dallo stesso Cristo al re di Edessa Abgar per guarirlo dalla peste (come ricorda Eusebio di Cesarea, 26O-339, nella sua storia della Chiesa), sottolinea l’unità fra il tema della morte terrena come principio dominante nella vita umana (a cui lo stesso Salvatore accettò di sottoporsi), e il tema della vittoria sulla morte per mezzo della croce, come principio fondamentale della fede. L’icona del Cristo non dipinta da mano d’uomo appare dunque come lo stendardo che proclama la gloria della Risurrezione attraverso la passione: per questo motivo tradizionalmente l’icona fungeva da vessillo sulle porte delle mura delle città, o al di sopra delle truppe in battaglia, proprio perché costituiva il pegno della vittoria sul nemico, così come la croce di Cristo era stata l’arma della vittoria sul diavolo e sulla morte.