Descrizione
San Nicola, taumaturgo di Myra, è il più amato e venerato santo di Russia e uno dei più popolari della cristianità; il suo nome è ugualmente e ampiamente diffuso sia in Oriente, dove visse e operò, che in Occidente, dove sono conservate le sue sacre reliquie, che l’Italia custodisce e venera a Bari. Nato a Patara attorno al 280, fu nominato vescovo di Myra, in Licia (l’attuale villaggio turco di Dembre in Asia Minore).
Fu incarcerato durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano. Dopo l’editto di Milano (313), con cui l’imperatore Costantino pose fine alle persecuzioni contro i cristiani ed elevò il cristianesimo a religione preminente di stato, S.Nicola fece ritorno a Myra. Partecipò nel 315 al concilio di Nicea, il primo della cristianità in cui venne condannata l’eresia di Ario. Morì tra il 345 e il 352 e fu sepolto a Myra. Qui i suoi resti mortali, oggetto di profonda venerazione, rimasero fino al 1087, quando vennero trafugati e trasportati a Bari.
S. Nicola fu eletto patrono di questa città al posto dell’antico protettore S.Sabino, e in suo onore venne eretta la nota basilica meta tuttora di incessanti pellegrinaggi.
ICONOGRAFIA: San Nicola è raffigurato con la testa grande, i tratti del viso e le dita sono sottili. Distinguono l’icona dagli obrazki, oltre alle misure, le figure intere di Cristo e della Madre di Dio, ed inoltre la straordinaria ricchezza decorativa. Il nimbo del santo e lo sfondo della parte centrale sono decorati con un ornamento vegetale che ha l’aspetto di un ramo rampicante con le foglie. I margini sono decorati con volute dalla forma ad “X” che si ripetono. Nel libro si leggono chiaramente le lettere in rilievo del testo evangelico in cinque righe: “In quel tempo si fermò Gesù in un luogo pianeggiante dove c’erano molti suoi discepoli e molta gente da tutta la Giudea e da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone” (Le 6, 17). Dopo questo testo nei versi seguenti, tratti dal sesto capitolo del Vangelo di San Luca (Le 6, 18-49), è esposto il celebre Discorso della Montagna di Gesù, nel quale si schiude l’essenza dell’insegnamento cristiano, predicato da San Nicola Taumaturgo. E’ raffigurato il cosiddetto “Miracolo di Nicea”. Ai lati del nimbo del santo sono raffigurati sopra semicerchi di nuvole, a illustrazione di questo soggetto, Cristo che porge a San Nicola il Vangelo, e la Madre di Dio che gli da l’omophorion. Secondo la tradizione, nel 325, al tempo del Primo Concilio Ecumenico nella città di Nicea, San Nicola, scandalizzato dall’intervento del sacerdote Ario, diede all’eretico uno schiaffo. Per questo comportamento, inammissibile per un ecclesiastico, Nicola, per decisione dei vescovi, venne privato della dignità sacerdotale e rinchiuso in prigione. Grazie alla miracolosa intercessione di Cristo e della Madre di Dio, apparsi di notte al santo con il Vangelo e l’ omophoìon, Nicola venne assolto, e gli venne restituita la dignità vescovile.