Descrizione
DESCRIZIONE: San Nicola di Myra, le cui spoglie sono venerate a Bari, è fra i santi più amati e venerati in Russia, dove ha addirittura una memoria liturgica settimanale (il giovedì), ed è oggetto di innumerevoli forme di pietà popolare, di leggende e tradizioni. Nato a Patara verso il 280, eletto vescovo di Myra in Licia, morì intorno al 342. Nel 1087 le sue spoglie vennero traslate a Bari.
Al centro, vediamo la tradizionale rappresentazione del santo vescovo a busto, nella cosiddetta tipologia del «miracolo di Nicea», a cui fanno riferimento le figurette di Cristo e della Madre di Dio ai suoi lati: infatti, durante il Concilio di Nicea Nicola fu incarcerato e spogliato delle insegne vescovili a causa della sua vivace opposizione all’eresia di Ario, e la Vergine e Cristo gli apparvero in carcere per restituirgliele, confermando così la vera fede del santo vescovo. Il libro aperto di Nicola porta la scritta tradizionale, l’inizio del discorso delle Beatitudini: «In quel tempo, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla dei suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme…» (Lc 6,17).
Intorno si dispongono le scene della vita: dall’alto a sinistra, vediamo la nascita, il battesimo, gli studi, la consacrazione diaconale. Nelle scene laterali, la consacrazione presbiterale (ben leggibile la scritta agios, cioè «degno», che nel rito bizantino si pronuncia sul candidato all’atto per procedere all’ordinazione), e tre miracoli: nel primo il santo salva dal disonore tre fanciulle donando loro la dote per concludere nozze onorevoli, nel secondo ferma la spada che sta per uccidere tre ufficiali ingiustamente condannati; nel terzo restituisce ai genitori il fanciullo Agrico, che era stato rapito dai saraceni. Le prime due scene inferiori descrivono il miracolo del patriarca Atanasio, che aveva rifiutato di venerare l’icona di san Nicola, e per questo venne punito con il naufragio, da cui il santo vescovo lo salvò provandogli in tal modo la propria santità; seguono rispettivamente il trapasso di Nicola e la traslazione delle sue spoglie a Bari.L’icona è caratterizzata dalla complessità narrativa dello straordinario mosaico di episodi e, come attesta la morfologia di molti dettagli, potrebbe essere messa in rapporto con la pittura di Jaroslavl’.