Descrizione
DESCRIZIONE: L’icona raffigura Serafino di Sarov (Prochor Mosnin), una delle più grandi figure che dominano la spiritualità russa dell’epoca moderna. Il santo nacque nel 1754 nella città di Kursk e fin dall’infanzia fu segnato dalla grazia divina: cadde dal campanile rimanendo illeso, gravemente ammalato, all’età di 10 anni, ebbe una visione della Vergine che gli promise la guarigione. Nel 1778 Prochor si recò nel convento della città di Sarov nel governatorato di Tambov. Durante il periodo di noviziato si ammalò nuovamente e fu costretto a giacere nel letto per tre lunghi anni, ma fu nuovamente guarito dalla Vergine che gli apparve circondata da santi. Riferendosi a Prochor, la Madre di Dio disse a San Giovanni Teologo: “Egli è della nostra stirpe”. Poi lo guarì istantaneamente, toccandolo col proprio bastone. Quando nel 1786 prese l’abito monastico, ricevette il nome di Serafino. Per dieci anni visse completamente solo nei boschi, in compagnia degli animali selvatici dell’immensa foresta russa, che egli nutriva con le sue mani. Nel 1804 fu aggredito dai banditi, ai quali non oppose resistenza, e ne uscì assai malconcio, chiudendosi poi per un lungo periodo nel silenzio. Nel 1825, su richiesta della stessa Vergine, il recluso aprì la cella e cominciò a ricevere i pellegrini che accorrevano da ogni parte. Nella sua umile cella aveva una lampada che ardeva perennemente davanti ad un’icona della Madre di Dio, l’unica che possedeva. San Serafino morì nel 1833 e fu sepolto nel monastero di Sarov che divenne un’importante meta di pellegrinaggio. Il santo fu un gran mistico, taumaturgo e “staretz”, ossia un padre spirituale. Da lui andavano tutti, aprendogli fiduciosamente la niente ed il cuore, esponendo i propri dubbi, le perplessità. Non esisteva una sofferenza che egli non accogliesse nella sua anima. Il santo fu canonizzato letteralmente voce populi, settant’anni prima della sua canonizzazione ufficiale avvenuta nel 1903.
L’immagine canonica di san Serafino è stata fatta dal suo ritratto dipinto cinque anni prima della morte dall’artista Serebrjakov che in seguito ha preso voti nel monastero di Diveevo. L’icona in esame segue quest’iconografìa: raffigura san Serafino a mezza figura leggermente volto verso la sua destra, con la mano destra benedicente. Il volto del santo sembra affaticato, gli occhi sono tristi.
ANNOTAZIONI ARTISTICHE: L’icona è dipinta in maniera realistica, nel cosiddetto stile ‘accademico’ diffuso nella pittura delle icone del ‘800. In questa maniera dipingevano solitamente gli allievi dell’Accademia delle belle arti di San Pietroburgo, il cui insegnamento si basava sui modelli dell’arte realistica occidentale. L’icona ha un semplice ma elegante rivestimento d’argento con una splendida aureola realizzata, con smalti colorati.