Descrizione
San Serafino di Sarov è una delle figure spirituali più amate della Russia ortodossa. Questa icona russa del XX secolo, con il suo rivestimento in argento e smalti, esprime con solennità la sacralità del santo. Raffigurato a mezza figura, con la mano destra in segno di benedizione, il santo ha un volto affaticato e un’espressione di profonda tristezza e saggezza.
Nato nel 1754 a Kursk, Prochor Mosnin – questo il suo nome di battesimo – fin da bambino fu segnato dalla grazia divina. Sopravvisse a un’impressionante caduta da un campanile e, a soli dieci anni, fu guarito da una grave malattia grazie all’apparizione della Madre di Dio. Entrò nel monastero di Sarov nel 1778, dove prese i voti con il nome di Serafino. Dopo dieci anni di vita monastica, si ritirò in solitudine nei boschi, vivendo tra gli animali, nutrendoli con le proprie mani.
Nel 1804 subì una brutale aggressione da parte di alcuni briganti, ma non oppose resistenza. Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1825 la Vergine gli apparve nuovamente, chiedendogli di aprire la sua cella ai pellegrini. Da allora, San Serafino divenne un taumaturgo e un padre spirituale, accolto con venerazione da chiunque cercasse conforto.
Lo stile pittorico dell’icona segue il modello accademico del XIX secolo, influenzato dall’arte realistica occidentale. Il prezioso rivestimento in argento e la splendida aureola smaltata conferiscono all’opera un aspetto di grande eleganza. San Serafino di Sarov fu canonizzato nel 1903, ma il popolo lo venerava già da settant’anni.
Questa icona è una testimonianza della devozione verso uno dei santi più amati della Russia ortodossa, simbolo di umiltà, preghiera e miracoli.