Descrizione
I santi fratelli Boris e Glebb subirono il martirio nel 1015, dopo la morte del loro padre, il principe Vladimir di Kiev, il “battista “ della Rus’. Boris e Glebb furono uccisi nel corso delle lotte per il trono principesco. Furono canonizzati già nel XI secolo. Il culto era diffuso in tutto il mondo ortodosso, una loro icona fu vista a Costantinopoli dal pellegrino russo Antonij intorno al 1200, le loro figure appaiono negli affreschi della Serbia. I santi Boris e Glebb erano venerati per la loro umiltà, pazienza, per la loro disponibilità a morire imitando la passione del Salvatore. Il loro martirio fu un pegno di salvezza per la Russia, che li pregava come intercessori per i cristiani al cospetto del trono del Signore. Nel culto di Boris e Glebb a Novgorod venivano sottolineati in particolare il valore dei santi principi, il loro coraggio e la decisione nella battaglia per gli ideali cristiani. La raffigurazione dei santi Boris e Glebb a cavallo, e non a piedi, nasce dalla tipologia delle composizioni paleocristiane e bizantine dei santi guerrieri come Sergio e Bacco, Giorgio e Demetrio di Tessalonica, Teodoro Tirone e Teodoro Stratilate. I santi non vengono raffigurati mentre spronano i destrieri alla battaglia, ma mentre incedono lentamente, quasi librandosi nell’aria, conservando pacatamente fra loro, ed è Glebb, il più giovane (aveva solo 13 anni), a rivolgersi a Boris, cercando il suo conforto spirituale.
Nella parte alta dell’icona c’è una piccola sporgenza con la raffigurazione della Trinità dell’antico Testamento e con il Mandylion posto sopra. La Santa Trinità benedice i giovani guerrieri prima della spedizione bellica, così, nell’angolo in alto a destra, in un segmento “di cielo”, fa la mano destra del Signore.